sabato 21 marzo 2015

IL VILLAGGIO DEI SENZATEMPO




In un grande villaggio, trafficato e popolato, vivevano migliaia di persone sempre alla rincorsa di un tempo che non bastava mai. 
Gli abitanti sembravano tante piccole formiche che correvano affannosamente per timore di non avere abbastanza tempo per fare tutto.
Uomini e donne, sempre di corsa. Correvano a piedi, correvano in auto, correvano con gli autobus con un solo pensiero fisso: guardare l'orologio.
Non c'era tempo per mangiare, non c'era tempo per dormire, non c'era tempo da dedicare ai propri figli.
I medici avevano diagnosticato loro, la temporalite, una terribile malattia dalla quale sembravano immuni soltanto i bambini, i quali costretti a vivere con genitori che non erano mai presenti, chiesero aiuto al Signore delle genti, decisi a porre fine alla situazione che ormai da decenni angustiava il popolo.
Gli adulti però, nonostante la malattia avesse raggiunto proporzioni pandemiche, rifiutavano ogni cura, allorché, il Signore che regnava sulle genti, convocò tutti i bambini della città. Era un omino piccolo e pelato ma molto sveglio e viveva nella sua casa fuori città, colma di orologi di ogni sorta. Il signor Tempo era comunque un uomo saggio e decise di prendersi una vacanza.
"Io andrò via per un po' - disse loro – e voi, che siete immuni dalla temporalite dovrete fare in modo che i vostri genitori, guariscano al più presto. Dovrete far capire che ogni cosa va fatta al momento giusto e corse e affanno continui impediscono loro di vedere il bello che ci circonda. La vita va assaporata in ogni suo istante e correndo spesso si perdono le meraviglie del creato nonché le piccole gioie quotidiane che possono fare la loro e la vostra felicità.
Detto questo si allontanò con il suo piccolo fagottino in spalla.
Quando l'omino oltrepassò il confine della città, all'improvviso tutto si fermò.
Si fermarono gli orologi, si fermarono le automobili e tutti i mezzi di trasporto, si fermò persino il campanile che suonava i rintocchi del mezzogiorno.
Gli abitanti della città si guardarono stupiti l'un l'altro e colti da disperazione si chiesero cosa stesse accadendo.
I bambini fecero ritorno a casa e spiegarono che il Signore delle genti aveva oltrepassato il confine della città e il tempo si era fermato.
"E ora come faremo? Non si può vivere senza tempo” – dissero allarmati i genitori.
“Ora, abbiamo tutto il tempo che vogliamo, perché questo non esiste più. Siamo obbligati a fermarci e ad osservare il bello intorno a noi” – aggiunsero i bambini all’unisono.
Passato lo scoramento iniziale, gli adulti cominciarono lentamente a guardarsi intorno. Videro che esistevano le farfalle colorate, i fiori profumati e soprattutto avevano tutto il tempo del mondo da dedicare ai loro figli. Le passeggiate in mezzo ai boschi, le cose da fare con meditata consapevolezza e il trascorrere delle ore infinite dedicandosi alle loro passioni, portò gradualmente le genti a comprendere appieno il valore del tempo stesso. Si resero conto che nessuna ricchezza materiale poteva sostituire il valore inestimabile del tempo dedicato a se stessi e ai propri cari. Denaro e preziosi furono sostituiti dal tempo-vita e tutti gli abitanti del villaggio guariti oramai dalla temporalite, diedero inizio alla nuova Era.
Anna Ledda

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