martedì 24 marzo 2015

Scelta




"E' meglio scegliere e sbagliare piuttosto che non scegliere affatto..."
Anna Ledda

lunedì 23 marzo 2015

Fidati della Vita



Fidati della Vita
perché fidandoti non farai altro che dirle che la trovi bella, che la trovi buona e la Vita, sedotta
non potrà resistere ai tuoi complimenti
 si darà a te e
ti ricompenserà al di là di tutte le tue speranze.
Mark Fisher

domenica 22 marzo 2015

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sabato 21 marzo 2015

IL VILLAGGIO DEI SENZATEMPO




In un grande villaggio, trafficato e popolato, vivevano migliaia di persone sempre alla rincorsa di un tempo che non bastava mai. 
Gli abitanti sembravano tante piccole formiche che correvano affannosamente per timore di non avere abbastanza tempo per fare tutto.
Uomini e donne, sempre di corsa. Correvano a piedi, correvano in auto, correvano con gli autobus con un solo pensiero fisso: guardare l'orologio.
Non c'era tempo per mangiare, non c'era tempo per dormire, non c'era tempo da dedicare ai propri figli.
I medici avevano diagnosticato loro, la temporalite, una terribile malattia dalla quale sembravano immuni soltanto i bambini, i quali costretti a vivere con genitori che non erano mai presenti, chiesero aiuto al Signore delle genti, decisi a porre fine alla situazione che ormai da decenni angustiava il popolo.
Gli adulti però, nonostante la malattia avesse raggiunto proporzioni pandemiche, rifiutavano ogni cura, allorché, il Signore che regnava sulle genti, convocò tutti i bambini della città. Era un omino piccolo e pelato ma molto sveglio e viveva nella sua casa fuori città, colma di orologi di ogni sorta. Il signor Tempo era comunque un uomo saggio e decise di prendersi una vacanza.
"Io andrò via per un po' - disse loro – e voi, che siete immuni dalla temporalite dovrete fare in modo che i vostri genitori, guariscano al più presto. Dovrete far capire che ogni cosa va fatta al momento giusto e corse e affanno continui impediscono loro di vedere il bello che ci circonda. La vita va assaporata in ogni suo istante e correndo spesso si perdono le meraviglie del creato nonché le piccole gioie quotidiane che possono fare la loro e la vostra felicità.
Detto questo si allontanò con il suo piccolo fagottino in spalla.
Quando l'omino oltrepassò il confine della città, all'improvviso tutto si fermò.
Si fermarono gli orologi, si fermarono le automobili e tutti i mezzi di trasporto, si fermò persino il campanile che suonava i rintocchi del mezzogiorno.
Gli abitanti della città si guardarono stupiti l'un l'altro e colti da disperazione si chiesero cosa stesse accadendo.
I bambini fecero ritorno a casa e spiegarono che il Signore delle genti aveva oltrepassato il confine della città e il tempo si era fermato.
"E ora come faremo? Non si può vivere senza tempo” – dissero allarmati i genitori.
“Ora, abbiamo tutto il tempo che vogliamo, perché questo non esiste più. Siamo obbligati a fermarci e ad osservare il bello intorno a noi” – aggiunsero i bambini all’unisono.
Passato lo scoramento iniziale, gli adulti cominciarono lentamente a guardarsi intorno. Videro che esistevano le farfalle colorate, i fiori profumati e soprattutto avevano tutto il tempo del mondo da dedicare ai loro figli. Le passeggiate in mezzo ai boschi, le cose da fare con meditata consapevolezza e il trascorrere delle ore infinite dedicandosi alle loro passioni, portò gradualmente le genti a comprendere appieno il valore del tempo stesso. Si resero conto che nessuna ricchezza materiale poteva sostituire il valore inestimabile del tempo dedicato a se stessi e ai propri cari. Denaro e preziosi furono sostituiti dal tempo-vita e tutti gli abitanti del villaggio guariti oramai dalla temporalite, diedero inizio alla nuova Era.
Anna Ledda

mercoledì 18 marzo 2015

Generazione testechine




Passeggiando sulla banchina, la brezza marina sale prepotentemente alle narici fino a stordire i sensi. Osservo il cielo e le nuvole sembrano rincorrersi l'un l'altra come per giocare a nascondino. Intorno a me i passanti di ogni età, etnia o cultura hanno la testa china. Penso di essere finita su un pianeta di persone rassegnate. Nessuno più cammina a testa alta. Non vi è più la fierezza e la maestosità del portamento, ma solo un nugolo di persone che camminano con il capo chino. Non c'è uomo, donna o bambino che riesca a vedere ciò che accade intorno a lui. La stessa scena si ripete ovunque. Dal medico, alla posta, al supermercato, per le strade.
Povera gente, penso. Nel mio pianeta le persone parlano, i bambini giocano e i fidanzati si tengono per mano. Ma qui, tutti hanno le mani occupate, con il pollice che si muove incessantemente. Hanno un oggetto in mano, munito di tastiera e pigiano i tasti in maniera forsennata. Forse, da questo dipende la loro vita. Forse qualcuno li costringe a questa tortura perenne.
Solo un anziano signore, diverso dagli altri è seduto sulla panchina e tiene fra le mani un oggetto diverso. Ha dei fogli ingialliti e una copertina con intarsi dorati.  Forse è lui il capo di questa gente, è diverso e di tanto in tanto solleva lo sguardo all'orizzonte, si guarda intorno e osserva silenzioso.
Poi arriva lei.
Me ne accorgo dal ticchettio delle scarpe sull'asfalto. Non ha la testa china e il suo sguardo è intenso e profondo. Riesco a vedere i suoi occhi verdi come il mare. Sorride all'uomo seduto sulla panchina e si siede accanto a lui. I loro volti sono sereni e sembrano essere persone fuori dal comune.
Ora capisco. Sono loro che hanno il potere su questo pianeta. Non sono costretti come gli altri, ma liberi di scegliere, di parlare, di vedere. Liberi di apprezzare ogni istante del tempo concesso.
Anna Ledda