In un grande villaggio, trafficato e popolato,
vivevano migliaia di persone sempre alla rincorsa di un tempo che non bastava
mai.
Gli abitanti sembravano tante piccole formiche che
correvano affannosamente per timore di non avere abbastanza tempo per fare
tutto.
Uomini e donne, sempre di corsa. Correvano a piedi,
correvano in auto, correvano con gli autobus con un solo pensiero fisso:
guardare l'orologio.
Non c'era tempo per mangiare, non c'era tempo per
dormire, non c'era tempo da dedicare ai propri figli.
I medici avevano diagnosticato loro, la temporalite, una terribile malattia
dalla quale sembravano immuni soltanto i bambini, i quali costretti a vivere
con genitori che non erano mai presenti, chiesero aiuto al Signore delle genti,
decisi a porre fine alla situazione che ormai da decenni angustiava il popolo.
Gli adulti però, nonostante la malattia avesse
raggiunto proporzioni pandemiche, rifiutavano ogni cura, allorché, il Signore
che regnava sulle genti, convocò tutti i bambini della città. Era un omino
piccolo e pelato ma molto sveglio e viveva nella sua casa fuori città, colma di
orologi di ogni sorta. Il signor Tempo era comunque un uomo saggio e decise di
prendersi una vacanza.
"Io andrò via per un po' - disse loro – e voi,
che siete immuni dalla temporalite
dovrete fare in modo che i vostri genitori, guariscano al più presto. Dovrete
far capire che ogni cosa va fatta al momento giusto e corse e affanno continui
impediscono loro di vedere il bello che ci circonda. La vita va assaporata in
ogni suo istante e correndo spesso si perdono le meraviglie del creato nonché
le piccole gioie quotidiane che possono fare la loro e la vostra felicità.
Detto questo si allontanò con il suo piccolo fagottino
in spalla.
Quando l'omino oltrepassò il confine della città,
all'improvviso tutto si fermò.
Si fermarono gli orologi, si fermarono le automobili e
tutti i mezzi di trasporto, si fermò persino il campanile che suonava i
rintocchi del mezzogiorno.
Gli abitanti della città si guardarono stupiti l'un
l'altro e colti da disperazione si chiesero cosa stesse accadendo.
I bambini fecero ritorno a casa e spiegarono che il
Signore delle genti aveva oltrepassato il confine della città e il tempo si era
fermato.
"E ora come faremo? Non si può vivere senza
tempo” – dissero allarmati i genitori.
“Ora, abbiamo tutto il tempo che vogliamo, perché
questo non esiste più. Siamo obbligati a fermarci e ad osservare il bello
intorno a noi” – aggiunsero i bambini all’unisono.
Passato lo scoramento iniziale, gli adulti
cominciarono lentamente a guardarsi intorno. Videro che esistevano le farfalle
colorate, i fiori profumati e soprattutto avevano tutto il tempo del mondo da dedicare
ai loro figli. Le passeggiate in mezzo ai boschi, le cose da fare con meditata
consapevolezza e il trascorrere delle ore infinite dedicandosi alle loro
passioni, portò gradualmente le genti a comprendere appieno il valore del tempo
stesso. Si resero conto che nessuna ricchezza materiale poteva sostituire il
valore inestimabile del tempo dedicato a se stessi e ai propri cari. Denaro e
preziosi furono sostituiti dal tempo-vita e tutti gli abitanti del villaggio
guariti oramai dalla temporalite,
diedero inizio alla nuova Era.
Anna Ledda